SEZIONE VIDEOARTE

VILLA ADRIANA ┃ 4/10 LUGLIO 2022   - VILLA D'ESTE 18/24 LUGLIO 2022

Novità di questa quarta edizione di Villae Film Festival è il concorso dedicato a opere di videoarte con una giuria di qualità composta da: 

Andrea Bruciati, direttore artistico di Villae Film Festival

Matteo Bergamini, direttore Exibart

Ilaria Ester Bonacossa, direttrice MAD

Cristiana Collu, direttrice GNAM

Massimiliano Tonelli, direttore Artribune

ELISABETTA BENASSI

You'll never walk alone, 2000, Videotape Beta SP, PAL Colore, Suono, 3’ 40” con Elisabetta Benassi, Davide Leonardi.

camera: Jacqueline Zünd

Courtesy l’Artista, Magazzino d’Arte Moderna, Roma

L’artista immagina una partita di calcio tra il suo alter ego, Bettagol, e un giovane uomo somigliante a Pier Paolo Pasolini. La colonna sonora è costituita da frammenti di Uccellacci e uccellini, in cui il regista e scrittore trasponeva poeticamente il tema della fine delle ideologie e dello smarrimento contemporaneo.

Elisabetta Benassi è nata a Roma nel 1966. Nei suoi lavori osserva con lucidità critica l’eredità culturale, politica e artistica della modernità e i temi più controversi da un punto di vista politico e sociale. Utilizza mezzi diversi come istallazioni, video e fotografia. In questo modo sollecita e interroga lo spettatore. Dai suoi lavori, e dal pensiero che sottende loro, nascono domande sulla nostra identità e sul nostro presente. I suoi lavori sono stati esposti in mostre internazionali, tra le quali la Biennale di Venezia, e in importanti istituzioni culturali come, per citarne alcuni, il Museo Nazionale Romano, Art Basel (Basilea), e il MACRO (Roma).

YURI ANCARANI

Baal, 2007, HDCAM-SR, Color, Stereo, 4’48”, 5 + II AP

dalla serie “Ricordi per Moderni”

Courtesy ZERO…, Milano 

Un bellissimo paesaggio dove acqua e vegetazione sembrano convivere. Un bambino che, percorrendo questo paesaggio, giunge alle altissime torri. Dalla loro cima una fiamma potentissima si staglia nel cielo.

Yuri Ancarani è nato a Ravenna nel 1972, vive e lavora a Milano. I suoi lavori, che uniscono cinema documentario e arte contemporanea, affrontano temi della vita quotidiana solitamente poco esplorati. Sono stati esposti in musei e mostre di levatura internazionale come Manifesta 12 (Palermo) Art Basel e Kunsthalle di Basilea, Biennale di Venezia, Centre Pompidou di Parigi, Berkeley Art Museum California, PAC e Triennale Milano, Fondazione Sandretto Re Rabaudengo e tanti altri. I suoi lavori sono stati presentati anche in importanti festival cinematografici (FICUNAM Festival Internacional de Cine UNAM Mexico City, Tampere Film Festival…) ottenendo riconoscimenti come il Premio Speciale della Giuria del 69° Festival di Locarno, il Grand Prix in Lab Competition al Festival cinematografico di Clermont-Ferrand e una menzione speciale della giuria al Fano Film Festival.

SIMONE BERTI

Luce, 1993, VHS, 5’24”

Courtesy l’Artista

 È possibile modellare la luce?

Un raggio di sole entra nella casa dell’artista; lo incuriosisce e lo attrae.

L’artista tenta in tutti i modi di modellare quel cono di luce.

Simone Berti è nato ad Adria nel 1966, vive e lavora a Milano. Il suo percorso formativo si è svolto tra l’Accademia di Brera, la Kingston University di Londra e il Corso Superiore di Arti Visive alla Fondazione Ratti di Como. Le sue opere sono state esposte in musei e mostre di tutto il mondo, dal MOCA di Chicago alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, dal MACRO di Roma al Centre Georges Pompidou a Parigi e sono state incluse in collettive curate da personalità come Francesco Bonami, Judith Nesbitt o Achille Bonito Oliva.

ALEX CECCHETTI E CHRISTIAN FROSI

Attraversamento del ponte di Millau, 2005, DVD Video, 5’37”, 5

Courtesy ZERO…, Milano

Nell’estate del 2005, in Francia, vicino a Millau, fu inaugurato il ponte veicolare più alto al mondo (la sua altezza massima è di 343 metri, 19 in più della Tour Eiffel). Gli autori hanno voluto filmarne l’attraversamento, realizzando così un documento in cui movimento in avanti e tensione verso l’alto si uniscono in un’unica fluida movenza.

Alex Cecchetti si definisce artista, poeta, coreografo e afferma di avere sviluppato una pratica artistica difficile da classificare, che egli stesso definisce “art of avoidance”, che porta a creare situazioni o oggetti che possono essere presentati sia dentro sia fuori situazioni tradizionali. I suoi lavori sono stati esposti in Italia e all’estero. Alex Cecchetti ha pubblicato anche in quanto scrittore e poeta. Christian Frosi è nato a Milano, dove vive e lavora, nel 1973. Ha esposto in Italia (ad esempio al Castello di Rivoli, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e all’estero (ad esempio a Monaco di Baviera, in Slovenia, Belgio, Francia). Attraversamento del ponte di Millau è stato presentato al 35th International Film Festival di Rotterdam e ha ottenuto il Premio Querini – Stampalia Furla per l’Arte nel 2005.

ITALO ZUFFI

Perimetro, 2000, 5’14”

Courtesy l’Artista 

Nel video Perimetro un uomo in accappatoio cammina lungo i bordi di una piscina. Lo sguardo dell’artista nei primi istanti si sofferma sullo specchio dell’acqua per poi progressivamente concentrarsi sul protagonista. Prima da lontano, poi più da vicino, le distanze sono scandite dal ritmo del montaggio. È appena evidente che la fluidità iniziale lascia spazio a un passo sempre più veloce che si trasforma in una corsa, il peso di condizione non libera inizia a farsi sentire. Si riconoscono gli interni di una nota piscina milanese, ma riferimenti a fatti, luoghi, persone realmente esistenti sono fattori secondari. Tutti gli indizi messi in campo anche in questo caso sono non risolutivi. (da uno scritto di Emanuela De Cecco, 2000).

Italo Zuffi è nato a Imola nel 1969, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Central Saint Martins College of Art & Design di Londra e attualmente vive a Milano. Nel 2001 gli viene assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art (Sculpture) all'Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (UK). Insegna all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e alla Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design & Arti. Dal 2011 al 2019 è stato Visiting Lecturer in Performance alla Royal Academy of Art di L’Aja (NL). Nel 2013 fonda con Margherita Morgantin il collettivo “Pawel und Pavel”. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

MICHAEL FLIRI

Come out and play with me, 2004, Video digital file, 5’36”, 2/5 + P.A.

Courtesy l’Artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano

Il lavoro di Michael Fliri, tra performance, fotografia, video, è basato sul corpo: un corpo rivelatore, con la sua azione, dell'essenza della ripetizione, del movimento, dell'ibridazione; un corpo che è strumento di misura. Spesso, l'artista indossa un costume e diventa atleta, personaggio di film, animale... In questo video del 2004, l’artista si trasforma in un animale che a sua volta si trasformerà in un altro animale. Toccando l'assurdo e il surreale, presenta lo stato fra due mascheramenti che custodiscono il corpo umano nascosto, ancora una metafora della trasformazione, ma pure l'evocazione di quell'insistenza che ha l'umano a voler classificare i generi, a lasciarsi sorprendere dall'«altro».

Michael Fliri è nato a Tubre nella provincia autonoma di Bolzano nel 1978. Il suo lavoro si colloca tra performance, scultura, fotografia e video indagando i concetti di metamorfosi, mutazione e travestimento. Nelle sue opere i corpi e i paesaggi si fondono con metafore fantasiose aprendo nuove prospettive: “Trasformazione”, dichiara l’artista, “per me significa nuove possibilità, nuove opportunità. Tutto è in movimento e non è definito. L’idea del non definito è quella che mi interessa di più”. Le sue opere sono state esposte, tra gli altri, al MACRO di Roma, al Mart di Trento e Rovereto, all’Hangar Bicocca di Milano, al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e al Centre Pompidou di Parigi.

OTTONELLA MOCELLIN E NICOLA PELLEGRINI

Hurt so good, 1999, video a canale singolo e serie di stampe cibachrome

Courtesy 

Il lavoro è composto da un video e da una serie di fotografie in cui la stessa scena è inquadrata da due punti di vista diversi. Hurt so good fa parte di una serie di progetti che indagano le dinamiche di relazione attraverso l’analisi e la messa in scena di giochi infantili: gli artisti, immersi nell’acqua del mare, giocano ad appozzarsi a vicenda rifacendo un gioco tipico dell’adolescenza, età di passaggio segnata da un nuovo modo di rapportarsi all’altro sesso. Il video riprende i due per circa 5 minuti, durante i quali essi ripetono l’azione fino quasi allo sfinimento. Le fotografie ritraggono la stessa scena vista sott’acqua. L’azione si svolge sulle note della canzone Hurt so good, che racconta di una relazione amorosa dove dolore e piacere si sovrappongono.

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini sono nati a Milano rispettivamente nel 1966 e nel 1962. Hanno studiato Arte Pubblica e Architettura a Londra, quindi hanno rappresentato l’Italia per il PS1 International Studio Program, soggiornando a New York tra il 2001 e il 2002. Il loro lavoro unisce video, fotografia, istallazioni e performances. Dal 2009, sono docenti di tecniche performative all’Accademia Carrara di Bergamo. Hanno esposto i loro lavori in Italia e all’estero e vivono e lavorano a Berlino. 

MARZIA MIGLIORA

Efi, 2002, DVD, suono, colore, 3’, 5 + p.d.a.

ideazione suoni, riprese e montaggio audio: Paolo Lavazza

Courtesy dell’Artista e Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Il video EFI si svolge nella Baia di Augusta (Siracusa) tra relitti di navi. Il piano sequenza è cadenzato da brevi dettagli che mostrano una donna sul ponte della nave Efi, intenta a pulirlo. Un'azione paradossale, un esercizio caparbio che si svolge in una condizione di assoluta precarietà, evidenziata da suoni e rumori che sembrano provenire dalla stiva affondata.

Marzia Migliora usa nei suoi lavori diversi linguaggi come fotografia, video, suono, performance, istallazione e disegno. L’attenzione per l’individuo e il suo quotidiano è spesso l’elemento generatore del lavoro di Marzia Migliora. In esso sono affrontati temi quali la memoria intesa come momento di articolazione del presente o la visione dell’occupazione lavorativa come elemento di partecipazione alla sfera sociale. Ha presentato le sue opere in importanti musei, sedi espositive e gallerie come Ca’ Rezzonico a Venezia, Fondazione Merz a Torino, MAXXI e Fondazione Olivetti a Roma, MADRE a Napoli, Museo del Novecento a Milano, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Castello di Rivoli, Fondazione Prada.

ADRIAN PACI

Centro di permanenza temporanea, 2007, Video, Color, Sound, 4’32”, 16/9

Courtesy of the artist and Kaufmann Repetto Milano/New York and Galerie Peter Kilchmann

Aeroporto di San Jose, California: un gruppo di migranti va verso la scala di un aereo. A poco a poco la scala si riempie di persone che si ammassano sempre di più. Non c’è, però, nessun aereo. I migranti rimangono bloccati sulla scala in aeroporto. Non sono più dove erano, ma non hanno destinazione. La loro condizione è quella di restare sospesi, in un luogo indefinito.

Adrian Paci è nato nel 1969 in Albania e vive e lavora a Milano. Ha studiato pittura all’Accademia delle Arti di Tirana e suo insegnante è stato Edi Rama. Nei suoi lavori Adrian Paci usa diversi linguaggi realizzando dipinti, sculture e video. Una sua serie è costituita da quadri realizzati a partire da fotogrammi di Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, poi confluiti nell’istallazione Cappella Pasolini. I temi dell’esilio, della lontananza, del distacco ricorrono in molte sue opere. Ha esposti i suoi lavori in tutto il mondo, da Milano a Zurigo, da Los Angeles a Stoccolma, Tel Aviv, Amsterdam, Istanbul, Londra, New York.

ALESSANDRA SPRANZI

Il viaggio, 2004, Video, Color, sound, 35”

Courtesy l’Artista e P420, Bologna

Viaggio intorno al mondo, intorno alla stanza, intorno al tavolo. Dal tavolo al pavimento, dal desiderio alla realtà. Spesso, ci si rialza e si ricomincia. Imprevisti del viaggiare, attese, sorprese, incertezze, speranze. Aggrapparsi alla zattera, finché si ha la forza, aspettando una riva, o il mare che si gonfia, che si stravolge. Le onde ci cullano o ci stordiscono, inesorabili, indifferenti. Scaraventati un giorno sulla terra, si gira finché non se ne viene buttati fuori. (Alessandra Spranzi).

Alessandra Spranzi è nata a Milano nel 1962. Il suo lavoro parte dalla fotografia e dal riutilizzo di immagini fotografiche proprie e altrui. Spesso nelle sue opere appaiono situazioni e materiali quotidiani, con oggetti che hanno fatto parte della vita di tutti i giorni e sono magari ormai obsoleti e dimenticati. Argomento della ricerca sono così il mistero dell’esistenza e il nostro destino, indagati proprio attraverso gli oggetti e gli ambienti in cui viviamo. Ha esposto alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, alla GAMeC di Bergamo, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al MAMbo di Bologna.

NICO VASCELLARI

Nico & the Vascellaris, 2005, single channel video, 5’43”

Courtesy of the Artist 

Nico Vascellari è artista e musicista. L’opera Nico & the Vascellaris riprende l’esecuzione di un brano musicale composto dalla sua famiglia. Il brano è eseguito davanti al pubblico, come in un normale concerto, ma all’interno di una scenografia sorretta fisicamente dalla famiglia dell’artista.

Nico Vascellari è nato in Veneto nel 1976 e vive e lavora a Roma. Dopo avere frequentato l’università a Bologna, ha partecipato alla residenza Fabrica e, nel 2021, si è trasferito a Rotterdam, dove ha aperto il suo primo studio. Apprezzato da Marina Abramović, Nico Vascellari ha aperto in Veneto lo spazio di sperimentazione artistica Codalunga, dove ha ospitato artisti da tutto il mondo. Il suo lavoro mescola linguaggi diversi come video, scultura, collage e performance. Ha vinto il Premio New York che, permettendogli di proseguire il suo percorso alla Columbia University, lo ha imposto sulla scena artistica internazionale. Ha esposto, tra gli altri, alla Biennale d’Arte di Venezia e al MACRO di Roma.

PAOLO CHIASERA

Lo scoglio alto, 2005, DVD PAL 16/9, 3’27”

Courtesy l’Artista.

Realizzato in una settimana in occasione della mostra Ma non al Sud alla Galleria Montevergini (Siracusa), il video fa riferimento alla religiosità dell’Italia meridionale, nella quale l’idea del miracolo è fonte di narrazioni favolose. Il racconto del video ruota attorno alla scoperta di una reliquia sacra nel mare. L’artista si tuffa in acqua in un pomeriggio assolato e riemerge con una statua della Madonna. La colloca sul portapacchi della sua Vespa e parte.

Paolo Chiasera è nato a Bologna nel 1978 ed è artista, scrittore e curatore. Vive e lavora tra la Francia e l’Italia. Nel 2013 ha ideato “Secondo stile”, tela nomade che è allo stesso tempo opera e spazio espositivo. La sua attività si focalizza sulla produzione, sulla presentazione e sul tema dell’arte e della cultura contemporanea. Chiasera è anche autore di saggi: Painting 1: analysis and convergences (2011, Oslo University); The horizon after commodity: notes on perversion (2011, Oslo University); Secondo Stile (2015). Ha esposto i suoi lavori in Italia e all’estero, ad esempio: Musée d’Art Contemporaine Sion, Musée de Bagnes, Musée d’Isérables, Musée du Loetschental, Musée Olsommer, Musée valaisan de la Vigne et du Vin, Lo Portrait Croisé, Valais, Switzerland (2019), Fondazione Prada (Venezia, 2018), ARTINTERNATIONAL (Istanbul, 2015), MAN (Nuoro, 2014), De Vleeshal (Middelburg, 2014), SMAK (Gent, 2010), Marta Herford (Herford, 2009), MACRO (Roma, 2008), MAXXI (Roma 2007), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2007), MAMbo (Bologna, 2006), GAM (Torino, 2002).

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